LA CLASSIFICA

Dopo tante settimane e dopo diversi mesi, tutto il mondo rossonero era tornato a guardare la classifica. È accaduto dall’inizio del secondo tempo fino alla deviazione d’orecchio di Gigio nella nostra porta. Era una classifica invitante e piena di prospettive dopo 1 ora di gioco a Udine. Sembrava impossibile, dopo tutto quello che era accaduto tra ottobre, novembre e dicembre. Ma è successo. E non è detto che non succeda di nuovo…

IL MOMENTO TOPICO

C’è un’area grigia mentre si gioca a pallone. Che è quella delle scelte di un attimo che ogni giocatore fa, anche sulla base dell’istinto. Ed è lì che il Milan dimostra di non avere ancora la mano ferma sulla cloche delle partite. Il gruppo, su intervento dell’allenatore ma anche senza perché in quei momenti in campo i giocatori sono responsabili di loro stessi come giustamente ha fatto notare Calabria su Instagram, deve togliere da se stesso l’ombra che, come a Benevento e Cagliari, ad un certo punto viene autoprodotto l’episodio che cambia in negativo o rischia di cambiare in negativo la partita.

IL TEMA DEL GOL

Dal derby di Coppa Italia in poi sono sette i risultati utili consecutivi del Milan in gare ufficiali. Sette risultati utili ottenuti con otto gol segnati, media sostanziale uno a partita, con il Milan che comunque non è mai in gol con più di due reti a partita. Doppiette messe peraltro a segno in due (Cagliari e Lazio) di queste sette gare. La prestazione c’è sempre stata, è una costante, il gol è ancora invece sotto asticella. È un rapporto da migliorare quello con la porta.

MAGIA SUSO

Il tiro da lontano non è una caratteristica vincente del Milan. La squadra segna soprattutto dall’area di rigore. Ma quello di Suso a Udine non può essere classificato. È un colpo da campione che merita di essere incasellato alla voce capolavori, delizie, magie. Attorno a cotanto gol, lo spagnolo ha costruito anche una prestazione coi fiocchi sulle due fasi, difensiva e offensiva.

E ANDRÉ?

Non si poteva pretendere tutto e subito. Ma qualcosa in più, sì. I tifosi intuiscono le doti tecniche di André Silva, ma vogliono sentirsi rappresentati in maniera più forte, determinata e convinta in area di rigore. Questione di veleno, come giustamente fa notare Rino Gattuso che sta cercando di cambiare lo sguardo e l’approccio del nazionale portoghese, ma anche di convinzione.

fonte: acmilan.com