Stefano Pioli, intervistato dal Corriere della Sera, ha parlato di Zlatan Ibrahimovic: “Sa fare tutto: sa mandare in gol i compagni, sa occupare bene l’area, saprà essere il punto di riferimento della nostra fase offensiva. L’ho sentito al telefono, è molto carico, non vede l’ora di allenarsi con noi, come io di averlo. Gli ho dato il benvenuto, si è informato sulle condizioni della squadra, sui prossimi allenamenti, sulle prossime situazioni da affrontare. Mi ha detto: mister stai tranquillo che sto bene“.

Pioli su Ibrahimovic

Pioli, nonostante i piccoli passi in avanti sul piano del gioco, non sta ottenendo risultati migliori del suo predecessore. Ibra è chiamato in primo luogo ad aiutare il Milan sotto l’aspetto realizzativo perché la squadra, sebbene sia migliorata nella percentuale di occasioni create, non è riuscita per ora a cambiare marcia sotto porta.

“Ibra è un guerriero, un leader, un giocatore carismatico che ha grande senso della responsabilità e grande voglia di vincere. Sarà di stimolo per tutta la squadra, il suo apporto sarà fondamentale. Essendo la squadra più giovane del campionato qualche limite a livello di cattiveria agonistica l’abbiamo riscontrato. Ibra è quel tipo di giocatore, di persona e di leader che potrà aiutarci a colmarlo. Ringrazio la proprietà. Gazidis, Maldini, Boban e Massara hanno lavorato tanto durante le feste”.

I risultati passano anche dall’atteggiamento, e se il giocatore più “anziano” nell’undici di Pioli è Suso, è normale che da Ibrahimovic l’allenatore si aspetti un grande contributo di leadership. Non è tempo di parlare di risultati e obiettivi, tanto meno alla luce di come si è chiuso il 2019 e il divario per ora quasi abissale con l’Atalanta. Il Milan riparte da Ibrahimovic, e Ibrahimovic riparte dal Milan, entrambe le parti con tanto da dimostrare e voglia di mettersi in gioco.