È arrivato il giorno del derby, la partita che conta di più. I due schieramenti scenderanno stasera sul ring per offrirci spettacolo, ma soprattutto per dirci chi è il più forte. Milano si fermerà, cambieranno i piani della domenica: tutti allo stadio, non ci si entra, saranno oltre 78.000 i tifosi presenti. Un derby attesissimo che registrerà il record di incassi per la Serie A (circa 4.5 milioni di euro). Più di 180 paesi collegati; 450 gli operatori di informazione accreditati; 200 i giornalisti presenti in tribuna stampa (di cui 100 stranieri); oltre 50 i fotografi che immortaleranno gol, scontri di gioco ed esultanze.

Improvvisamente un’emozione forte, che non evapora nei giorni precedenti al match.

Oggi Milano è tornata a brillare, crescendo a ritmi elevati e attraendo investimenti stranieri. Quanto conterà l’amore per l’Inter nel cuore di Zhang Jindong? E quanto sarà solido il progetto intrapreso da Li Yonghong? Lo sapremo solamente vivendo, con il passare del tempo e attraverso i risultati maturati in campo.

Nel derby nessuno parte favorito: tutti esordiscono dallo stesso punto. Vincerà chi avrà più voglia, chi avrà più grinta e chi dimostrerà maggiore senso di appartenenza ai rispettivi colori.

Questa è la prova del nove: vincere ci catapulterebbe nella bellissima stratosfera dell’umore. Significherebbe privarsi (parzialmente) di tutte le critiche fino ad ora ricevute. Consapevoli del fatto che il calcio è imprevedibile, potremmo perdere. Ma non dobbiamo avere timore, perchè indosseremo due colori particolari: il rosso, come il fuoco, ed il nero, come la paura che incuteremo nell’avversario.

Noi, nati da gentleman inglesi e nobiltà meneghina. Noi, storicamente squadra popolare. Noi, i Casciavìt. Noi, dominatori in Europa. Noi, fieri dei nostri colori anche in B. Noi, l’orgoglio della Milano calcistica. E allora dimostriamo di essere il Milan. Questa sera sarà la partita per la quale bisognerà mettere tutto in campo: vincere o perdere, vivere o morire.