Berlusconi è stato il Milan. Berlusconi è stato il Re di Milano e, forse, alla tenera età di 80 anni potrebbe tornare ad esserlo. Di Milano? Ma che dico, d’Italia; affaracci dei colleghi che si occupano di politica. Della sua ultima intervista a Costanzo, ci interessa solo quel passaggio di pochi secondi fatto sul Milan.

LE PAROLE DI BERLUSCONI

“Lo guardo da casa, ho la morte nel cuore perché mi manca. I cinesi mi avevano promesso che avrebbero investito 250 milioni di euro e l’hanno fatto ma hanno sbagliato acquisti”. Le parole di Berlusconi sono anche giuste e ricordano un po’ il marito che parla dell’ex moglie, che l’ha persa perché lei voleva altro e di più, ma lui non riusciva più a darle quello che lei voleva. La gentile Signora si sposa con un altro e l’ex marito dà lezioni al nuovo marito. In sintesi: Berlusconi fa bene a parlare così del Milan ma non deve dimenticare che in queste condizioni l’ha portato lui, dopo aver vinto tutto e di più. Il Milan ha speso 230 milioni di euro ma non sono stati tutti buttati dalla finestra e, sicuramente, Montella scelto dalla gestione Berlusconi non brilla per essere un fulmine di guerra. Analizzando le parole di Berlusconi potremmo fare delle riflessioni. Perché dopo siamo tutti bravi a parlare.

GLI ERRORI DEL MILAN IN ESTATE

Quali sono i clamorosi errori del nuovo Milan fatti in estate? Dico la mia: i due errori più gravi sono, in ordine, non aver preso una vera prima punta e aver tenuto Montella. Oggi sono errori che paghi a caro prezzo. Hai sbagliato Chala? Sì, ci può stare. Kessie? Lo voleva la Roma e l’anno prima sembrava uno dei giovani più promettenti in Italia. Conti, purtroppo, non lo abbiamo proprio visto, Kalinic non è idoneo, Andrè Silva deve ambientarsi nel campionato italiano, Rodriguez lo voleva mezza Germania e anche l’Inter, mentre discutere Bonucci è da fenomeni da baraccone perché tutti abbiamo parlato di Bonucci come il colpo dell’estate. Berlusconi dovrebbe rivedere le ultime campagne acquisti del suo Milan, prima di giudicare dopo due mesi il lavoro programmatico fatto da Mirabelli e Fassone.