Non tutti gli infortuni vengono per nuocere. Nel novembre 1993, durante un derby che il Milan vincerà 2-1, Zvonimir Boban si fa male. Stop lungo, occorre tornare sul mercato nella finestra che quel mese permetteva alle squadre di fare qualche ritocco. Alla faccia del ritocco: dal Marsiglia arriva Marcel Desailly, un gigante nero e massiccio che i rossoneri si ricordano molto bene. Sei mesi prima, a Monaco, aveva alzato la Coppa dei Campioni in faccia alla sua futura squadra.

DESAILLY, NATURALIZZATO FRANCESE

Ghanese di Accra, ma naturalizzato francese, Marcel si beccherà il meritatissimo soprannome di “diga”. Sì, perché si piazzerà in mezzo al campo e non farà passare uno spillo per cinque anni, sino a quel 1998 concluso ingloriosamente con un decimo posto in campionato che lo vedrà emigrare in Inghilterra, al Chelsea.

LA NOTTE DI DESAILLY

C’è una notte, una delle tante, che resta nell’animo dei milanisti della sua epoca. Il 27 aprile 1994, Desailly e compagni si apprestano a disputare una gara di semifinale nella nuova Champions League. I rossoneri hanno vinto il loro girone con Porto, Goteborg e Werder Brema, e il regolamento dell’epoca, essendo solo due i gironi, consente di disputare la semifinale in gara unica e tra le mura amiche di chi è arrivato primo in graduatoria. Così, se dall’altra parte si gioca Barcellona-Porto al Camp Nou, a San Siro è Milan-Monaco. Nei francesi gioca un certo Djorkaeff, che il Milan si ritroverà davanti pochi anni dopo nel derby, Jurgen Klinsmann, altro interista che apparteneva invece alle annate precedenti e in panchina un certo Arséne Wenger.

DESAILLY ARROTANDA IL PUNTEGGIO

Pare facile, ma non lo è. E chi pensa allora a sciogliere l’atmosfera nella ripresa? Ma ovviamente lui, Marcel da Accra. Sul calcio d’angolo di Donadoni non è quantificato quanti metri abbia saltato: in una fotografia frontale sovrasta addirittura il portiere Preud’Homme che esce a vuoto. Uno a zero e aeroplanino sotto la curva. Viene ammonito Baresi ed espulso Costacurta. Tegole non indifferenti: in caso di finale, dovranno accomodarsi in tribuna. Il primo tempo si conclude tra i sonori fischi di San Siro all’arbitro Heynemann. La punizione di Albertini e il tre a zero di Massaro nel secondo tempo, sanciranno un altro straordinario capitolo della storia rossonera in campo internazionale. Ah, dimenticavamo: ad Atene Desailly c’è. E arrotonda il punteggio: 4-0. Il Barcellona, che aveva vinto l’altra semifinale con lo stesso punteggio, finirà vittima della sua imperdonabile superbia.

fonte: milancafe24.com