Alzare la voce serve, e Gattuso lo sa bene. Non è infatti un caso che dopo la strigliata nei confronti della squadra, il Milan è tornato a fare punti dopo un digiuno durato 40 giorni. Ieri i rossoneri hanno portato a casa 3 punti dopo aver battuto 2-1 il Bologna, grazie alle reti di Calhanoglu e Bonaventura. Eppure il match non prometteva nulla di buono: l’approccio è stato superficiale, con la compagine ospite che non riusciva a tessere la trama di gioco offensiva, spesso improvvisata; il turco e Jack hanno indirizzato la partita nei binari giusti. Ma si sono rimarcati ulteriormente i problemi del Milan, soprattutto in attacco: due legni colpiti e tante occasioni sprecate, su tutte quella di Cutrone che davanti al portiere non è riuscito a siglare il gol che avrebbe virtualmente chiuso la partita. Invece no, ai rossoneri piace soffrire e complicarsi la vita: al 73′ De Maio ha accorciato le distanze e rimesso tutto in discussione. Nonostante la poca lucidità e la sofferenza finale, questa volta non è arrivata la beffa: il Milan – che veniva da una striscia di sei partite senza ottenere successi – è tornato alla vittoria, riprendendo la corsa Europa league e salendo ora a 57 punti.

MILAN, LA STRIGLIATA DI GATTUSO È SERVITA

Dopo la pessima figura a San Siro contro il Benevento, mister Gattuso ha deciso di annullare tutti i giorni di riposo per preparare la sfida di Bologna, suscitando lamentale di alcuni giocatori che non hanno apprezzato e gradito la decisione. All’interno di Milanello la squadra è stata spronata da urla e incitamenti, ma i problemi del Milan non sono assolutamente terminati: gli attaccanti continuano a faticare a segnare. Tuttavia è innegabile l’atteggiamento mentale giusto: volontà di vincere la partita ed interrompere la striscia negativa. Ringhio ora prende un sospiro di sollievo e continua a guardarsi alle spalle: Milan sorridente ma sul lastrico dell’Europa e della mancata qualificazione.