BOLOGNA-MILAN, IL PRIMO TEMPO

Per la prima volta in questo campionato, il Milan guarda alla trasferta di Bologna dalla scomoda seggiola del settimo posto. Serve solo vincere in quest’ultimo scorcio di campionato, soprattutto la delicata trasferta a Bergamo di metà maggio, per scongiurare un massacrante tris di turni preliminari in estate. Gattuso sceglie Locatelli al posto di Biglia e ripropone Cutrone titolare in mezzo a Suso e Calhanoglu. Difficile dare un commento articolato del primo tempo: l’unico episodio degno di nota è un gol annullato di Orsolini, che Giacomelli cancella con l’aiuto del Var con Palacio reo di aver colpito il pallone con il braccio. Il Milan infatti è quasi impresentabile: lento, compassato, senza una trama di gioco, coi suoi giocatori chiave completamente avulsi dalla partita. Eppure, i gol arrivano e quasi in fotocopia: prima Calhanoglu calcia di destro da fuori area lasciando immobile Mirante, più, a cinque all’intervallo, è Bonaventura a trovare un altro diagonale vincente nello stesso angolo seppur inizalmente ritardi la conclusione.

BOLOGNA-MILAN, IL SECONDO TEMPO

Nella ripresa, la partita pare completamente nelle mani dei rossoneri. Il Bologna pare aver già abbandonato le idee di rimonta e il Milan potrebbe dilagare: prima Cutrone prende il palo, poi Suso e Calhanoglu si divorano due colossali opportunità davanti a Mirante. Poi però l’inerzia della partita cambia: i rossoblu si fanno più intraprendenti e in un minuto rischiano addirittura di pareggiare. Prima De Maio rovescia in porta di testa un cross dalla destra per il 2-1 e Mbaye va vicino al pareggio con una conclusione di destro da posizione defilata che trova pronto Donnarumma. Manca un quarto d’ora alla fine e il Milan necessita di riprendere il controllo della palla e della manovra per non rischiare ulteriormente, cosa che riesce seppur con qualche affanno. Nel frattempo, fuori Cutrone e Calhanoglu dentro Kalinic e Borini per avere polmoni più freschi. Si trotterella verso il triplice fischio dopo novanta minuti che per la verità hanno proposto davvero poco calcio e vissuto di episodi estemporanei e molte interruzioni. Non il miglior viatico per un calcio italiano da guarire ma che resta schiavo della sua incapacità di proporre e alzare i ritmi. Per il Milan l’importante era vincere e vittoria è stata, anche se l’Atalanta piega il Genoa e resta a più uno. Per il gioco, ripassare più avanti.

fonte: milancafe24.com